Come rompere il ghiaccio a distanza: miniguida per persone introverse

 

Intervista a Silvia Gazzotti, psicologa del lavoro e CambiaMentor

di Vera Prada

 
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La prima cosa nuova che ho imparato grazie a Silvia, che ho intervistato via Skype dopo averne conosciuto il lavoro e l’interessante punto di vista sul suo profilo Instagram, è che il titolo che ho dato a questa intervista è sbagliato.

“Sì, perchè”, mi spiega Silvia sorridendo all’inizio della nostra videochiamata, due cuffie da torre di controllo sui boccoli scuri “come moltissime persone, hai confuso  la persona introversa con la persona timida. Introverso ed estroverso, infatti, sono due tratti di personalità, teorizzati da Jung negli anni ‘20 del secolo scorso. Tratti di personalità, che ci sono propri e che non hanno alcuna conseguenza sul nostro modo di relazionarci con gli altri. Nel linguaggio comune i significati di introverso e timido hanno finito per sovrapporsi, ma così come le persone che hanno una personalità estroversa, sono coloro che, quando sono stanche e hanno bisogno di ricaricare le energie, vanno a una festa perchè hanno bisogno di stare insieme ad altre persone; allo stesso modo, l’introversa è chi, per ricaricare le energie, preferisce stare in solitudine, leggendo un libro, concedendosi un momento per sé. Non c’è alcun legame tra l’essere una persona introversa e avere difficoltà a rompere il ghiaccio o a relazionarsi con gli altri. Quelle, non sono le persone introverse, ma le persone timide”.

Quindi, il titolo di questa intervista avrebbe dovuto essere: come rompere il ghiaccio a distanza: miniguida per timide.

Esatto”, mi sorride sempre Silvia dallo schermo del mio computer, “Una persona timida, infatti, è colei che ha difficoltà a rompere il ghiaccio, a parlare con un pubblico, siano due o duecento persone, ad alzare la mano e dire la sua. La timidezza, però, non è un tratto della sua personalità, quanto invece un modo di affrontare le relazioni. La persona timida ha probabilmente imparato, dalle esperienze vissute nella sua vita, che il rapporto con gli altri ha un peso, che il giudizio degli altri può avere conseguenze negative e, dunque, ogni volta che si trova a doversi relazionare, tende a bloccarsi. Arrossisce, le sudano le mani, balbetta, non riesce a muoversi. La buona notizia è che la timidezza non è immutabile. Poichè, infatti, è un modo con cui abbiamo imparato a reagire alla relazione con le altre persone, è possibile decostruirla e imparare un nuovo modo”.

Prima di chiederti come si fa, vorrei capire perchè ci sembra così importante non essere timide?

Nella nostra società le competenze comunicative hanno finito per diventare importantissime. In ambito lavorativo e non solo. Se ci pensi, va tutto così veloce, che nessuno di noi ha tempo per approfondire; è ormai risaputo che la velocità del web ha iniziato a pervadere anche la vita offline. Se non sai raccontare di te, se non sai relazionarti nell’immediatezza, è come se tu non risultassi rilevante per le altre persone. Una persona timida nelle relazioni immediate di oggi, è colei che rischia di risultare una persona che non vale la pena conoscere. 

Attenzione, non sto dando un giudizio di valore, non sto dicendo che quella persona non potrebbe farci del bene o non potrebbe portare benefici alla nostra organizzazione: quello che accade oggi è che, se quella persona non riesce a esprimere il suo valore, le altre persone probabilmente non lo conosceranno mai. E se, nelle relazioni personali, siamo magari più disposte a lasciare del tempo agli altri, in altri contesti, come quello lavorativo, dove il tempo è sempre più denaro, questo molto spesso non accade. Ma, in quanto competenze, lo sottolineo per tutte le timide che ci leggeranno, è che si possono acquisire, anche se sei timida”.

Quali sono le strategie che la persona timida può utilizzare per rompere il ghiaccio in un meeting a distanza, per esempio?

“La timida è una persona di solito molto riflessiva. E questo è un importante punto di forza. La prima strategia che posso suggerire alla timida che vuole rompere il ghiaccio, in un meeting per esempio, ma anche in una presentazione, è quella di utilizzare la sua capacità riflessiva e di prepararsi. Se ti concentri su quello che devi dire, presterai molta meno attenzione alle emozioni che stai provando, aumentando così anche il tuo sentirti sicura. 

Il secondo consiglio è quello di concentrarti sull’altra persona. La persona timida, infatti, tende ad autocentrarsi, si chiede cosa staranno pensando gli altri di lei, e così via. Prova, invece, a concentrarti sulle altre persone, su quanto quello che stai dicendo può essere utile per loro. Sposta la tua attenzione fuori da te. Il terzo consiglio che posso dare è quello di verbalizzare le emozioni mentre le provi: se sei agitata, dillo tranquillamente, se arrossisci racconta “scusate, sono arrossita perchè sono un po’ emozionata”. Verbalizzare le emozioni, ci consente di controllare meglio; reprimerle, far finta che non le sentiamo, contribuisce a farle esplodere. 

Infine, e lo abbiamo imparato dalle recenti esperienze delle quarantene e del lavoro a distanza, anche la tecnologia ci può venire in aiuto. Ormai tutte le piattaforme per la comunicazione a distanza si sono dotate del “raise hand”, ovvero della funzione che ti permette di far sapere al resto del team che vorresti dire la tua; allo stesso modo, la chat può essere utilizzata a questo scopo”.

E se è un lavoro nuovo e non conosco nessuno del team?

“Per rompere il ghiaccio, ci vogliono gradualità e allenamento. Gradualità: se sei appena arrivata, per lo più in un momento in cui non è possibile andare in ufficio e tutte le relazioni avvengono a distanza e mediate dalla tecnologia, trova un alleato, cioè, una persona del team che può presentarti agli altri e rompere il ghiaccio per te nei primi meeting.  Allenamento: mettici, però, anche del tuo. Se sei timida, relazionarti con tante persone contemporaneamente, può farti nascondere e bloccare ancora di più. Allora, prova con una persona che potrà diventare tua alleata; e poi, riprova con un’altra, con altre due, fino a sentirti sicura di fronte a tutto il resto del team. 

Siccome fai fatica, può darsi che avrai voglia di mollare. Fai un patto con te stessa: accendi la webcam, prima, ti mostrerai sempre con il video acceso, la seconda troverai un alleato, la terza proverai a parlare grazie alla tua nuova alleanza con il “raise hand”. Potresti anche pensare di proporre come nuova consuetudine quella di fare un giro di tavolo all’inizio di ogni meeting e, magari, prima dire la tua in formato scritto, proponendo di raccogliere i contributi di tutti i colleghi prima di iniziare. Piano piano, sarai riuscita a rompere il ghiaccio senza nemmeno rendertene conto”.

Accendere la telecamera, ok, ma come mi presento?

“Anzitutto, quello che dicevo prima. Se sei timida, tenderai a impostare la visibilità su di te e controllarti ogni due secondi, per vedere come ti vedono gli altri. Fai un bel respiro, rilassati, e porta la tua attenzione fuori da te. Il che vuol dire, da un lato concentrarsi su quanto quello che stai dicendo sarà utile a chi ti ascolta, al progetto, al cliente e così via; dall’altro, vuol dire cambiare le impostazioni e guardare gli altri componenti mentre parli, escludendo la modalità specchio. 

In secondo luogo, immagina la professionista che vorresti essere e cerca di assomigliarle il più possibile. Anche il look fa parte del modo in cui proponiamo agli altri e, come tale, può aiutarti a rendere la relazione con gli altri più facile. Scegli un look che ti fa sentire sicura, a tuo agio e che ti aiuta a sembrare la professionista che vorresti essere”.

Sembra che, durante questi lockdown, tutti abbiano imparato a fare networking online: che consiglio daresti a una persona timida che desidera cimentarsi?

“Anche qui, direi, gradualità e allenamento. Se quello che ci interessa è raccontare di noi sui social, magari perchè siamo delle lavoratrici autonome, possiamo iniziare a mostrarci lentamente. Prima di fare delle storie parlate, per esempio, possiamo iniziare a mostrarci in fotografia, piano piano. Se quello che ci interessa è prendere contatto con una persona che seguiamo sui social, possiamo scrivere un messaggio privato: e dato che esporci è nostra responsabilità, e rispondere è responsabilità dell’altra persona, cosa abbiamo da perdere? 

Per rompere il ghiaccio con una persona sui social ti consiglio di impostare il messaggio con gentilezza, inserendo all’inizio perchè segui quella persona specifica, e solo dopo inserire la tua richiesta. E se non risponde? Anzitutto, impariamo a lasciare all’altra persona il diritto di avere una vita. Se non riceviamo risposta, non pensiamo subito che la nostra richiesta non fosse di valore; aspettiamo qualche giorno e proviamo a riscrivere, probabilmente l’altra persona non ha avuto modo di rispondere” strizza l’occhio Silvia, che di follower sui social ne ha parecchi e sa come funziona dall’altra parte.

La ringrazio e, prima di salutarla, lei, che ha fatto del parlare in pubblico sui social la sua prima modalità di racconto di sé e della sua professione mi confessa: “Sai, io sono una persona introversa, che, caso vuole, sia anche un po’ timida. Quello che ti ho raccontato, è anche un po’ parte di me. La timidezza è sempre decostruibile, spero che oggi, con la nostra chiacchierata, abbiamo dato spunti utili per farlo”.

Personalmente, sono convinta di sì. Anche io, che non ho molta difficoltà a parlare in pubblico, in realtà mi sono ritrovata in alcune delle situazioni descritte da Silvia. Se anche tu ti sei ritrovata e hai voglia di capirne di più, la prossima settimana ti invito all’evento gratuito organizzato da We Hate Pink insieme a Lean In Milano: insieme condivideremo esperienze e capiremo come vincere la nostra timidezza. Io ci sarò, ci vediamo lì!


 
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Content Strategist and Brand Storyteller

Scrivo perchè sono convinta che ci sia sempre una storia da qualche parte che abbia bisogno di essere raccontata. E qualcun@ che abbia bisogno di conoscerla.

Aiuto persone e aziende a trovare la propria voce. E a usarla al meglio per raccontare la propria storia. Sono una content strategist, progetto sistemi di racconto che permettano ai brand di raccontarsi in modo coerente, creativo e memorabile al fine di costruire relazioni di fiducia con i propri clienti.

Sono una giornalista freelance, scrivo di lifestyle per donne e per giovani su D.Repubblica e di società e diritti per The Post Internazionale; insegno come raccontare la propria storia attraverso i social media nei corsi promossi da Enaip Lombardia su comunicazione e politica.