Nomad life – chapter 1 … primi passi verso la libertà dalla scrivania

Screen Shot 2018-10-28 at 5.48.05 PM.png

Lavorare in ufficio può essere noioso, lo sappiamo tutti e non è una novità.

I rapporti faccia a faccia con il capo, i colleghi, la politica da ufficio, il caffe’ nella cucina comune, le conversazioni forzate su quello che hai fatto o farai nel fine settimana, la ressa sulla metro al mattino… per molti una vita di merda, per altri la normalità, di cui ritenersi fortunati.

Al mattino mi sento un po’ come quando andavo a scuola, no la sveglia di nuovo, l’ansia da mezzi pubblici. Così ho fatto un po' di ricerca, e per chi come me ha voglia esplorare alternative al lavoro 9-17, assecondando tempi e passioni personali, ecco qui alcuni consigli. 

Definizione di Digital Nomad  

È da un po’ che sento parlare dei digital nomad, così ho iniziato a cercare informazioni su questo stile di vita. Sono sempre stata attratta da modi di vivere diversi, dalle comuni in Costarica agli squats a Londra, ma i digital nomads sono altro.

Si tratta di persone che hanno scelto di non avere una dimora fissa e di spostarsi di paese in paese, generalmente non con altre persone appartenenti al loro stesso gruppo etnico. Se i Sioux migravano tutti insieme, il cavaliere errante digitale preferisce la solitudine.

Il digital nomad usa il proprio portatile e la connessione a Internet per sostenere economicamente i propri viaggi, essendo una persona che guadagna il necessario per vivere e muoversi tramite un’attività che può essere gestita online o comunque a distanza.

 

Cosa fare per diventarlo - la ricerca iniziale 

Da che cosa è dettata l’esigenza di viaggiare? Molto semplicemente, dal piacere di viaggiare più o meno continuamente e/o dal desiderio di non avere una fissa dimora.

Mi sono ritrovata in parte con la definizione, o meglio non sono alla ricerca di un’etichetta che definisca come vorrei lavorare, vorrei semplicemente avere piu’ flessibilità nella mia vita quotidiana. Non mi piacerebbe lasciare Londra di nuovo, e partire per un paese in cui mettere radici stabili, vorrei qualcosa a metà tra una vita sedentaria e una vita nomade, insomma.

Come iniziare? sono andata alla ricerca di informazioni, ho iniziato a iscrivermi a gruppi online come Digital nomad women, Digital nomad girls o Workew per trovare lavoro. E ho trovato workshop e riunioni di nomadi qui a Londra.

Ieri ho partecipato ad un meeting alla General Assembly, dove un panel di digital nomad ha condiviso i lati positivi e negativi di questo tipo di vita.

Intorno a me gente della mia eta’ sulla trentina passata, piuttosto giovanile, facce e abbigliamento di chi nel 2002 ha iniziato a viaggiare con l’Erasmus e ha continuato a farlo per anni, mettendo radici da qualche parte. E saudace/depressione, nei periodi in cui  tornava a casa, per rendersi poi conto che si sentiva piu’ cittadino di Hong Kong che di Ortona. Ero circondata da individui simili, come ad una riunione di vecchie ballerine o di alcolisti anonimi.

A volte quando percepisco che un posto non mi appartiene piu’ e devo cambiare di nuovo, metto in dubbio me stessa, credo  di essere forse un’insoddisfatta cronica che non troverà mai pace, e invece come dimostrato, appartengo semplicemente ad una categoria di persone che ha bisogno di nuovi e continui stimoli, per essere felice.

Una mia ex amica mi disse che non ero in grado di mettere radici da nessuna parte io, nonostante lo dicesse per umiliarmi, lo presi come un complimento, e lo è.

La capacità che distingue chi sa adattarsi e ama vedere posti nuovi denota grande stabilità emotiva e mentale, è l’opposto dell’insoddisfazione o dall’incapacità di spostarsi, se non in vacanza.

Alcune persone nascono per essere viaggiatori, è una natura ben precisa e non c’è niente di cui vergognarsi se non si sente l’esigenza di stabilirsi nel villaggio, dove si è scelto di morire.

Il nomadismo alla fine esiste da sempre.

Tornando ai miei primi passi sulla vita da nomade. Sono cosciente del fatto che il mio progetto sia ampio e da quello che sto apprendendo non bastano solo coraggio e buona volontà ma capacità particolari che permettano di lavorare davvero e sostentarsi senza finire in uno squallido hotel, con uno spacciatore di crack come vicino di stanza.

Quindi iniziamo per gradi, senza lanciarmi nel vuoto come ho fatto a volte, ritrovandomi in grandi casini oltre che grandi esperienze di vita.

La prima domanda è, cosa so fare? sono una digital marketer, ossia? riesco a capire le esigenze di un’azienda nel promuovere il suo evento, in questo caso, analizzo e metto insieme una strategia di marketing, prevalentemente digitale e la realizzo, con l’aiuto di un team di creativi, con l’obiettivo di incrementare gli introiti dell’azienda che mi paga per questo.

Stando a quanto visto su working nomads posso quindi trovare lavoro da remoto come digital marketer, marketing manager or brand manager.

Ascoltando i nomadi digitali però per abbracciare questo stile di vita, servono delle qualità ben precise quali:

  • Stabilità mentalmente; ci si trova ad affrontare momenti di solitudine, e tutta una serie di problemi che nella routine quotidiana non si hanno, come trovare una connessione ad internet decente, sapersi adattare al luogo in cui vivi in tutti i sensi, dai traporti al cibo

  • Affidabilità sul lavoro, garantire e rispettare le scadenze, per evitare di perderlo e guadagnare invece, attraverso passaparola e feedback positivi, nuovi progetti

  • Saper stringere relazioni, per lavoro e per piacere. Fare gruppo con i nomadi nella città in cui si sceglie di lavorare, anche raccogliendo informazioni su Nomad list

  • Dire di no a lavori che potrebbero riportarti alla stessa condizione che avevi prima, garantendoti in anticipo un numero sufficiente di progetti che permettano di essere autosufficienti economicamente, senza dover accettare shit jobs per sopravvivere

  • Prenotare in anticipo i voli per tornare a casa e vedere famiglia e amici

La seconda domanda che mi pongo è, voglio lasciare Londra completamente? No, almeno non adesso. Mi piacerebbe anche solo lavorare per qualche mese dal sud europa all’inizio, non necessariamente partire adesso per Kuala Lumpur.

È pieno di possibilità lì fuori e sono sicura che troverò la soluzione più adatta.

Nel frattempo provo a lavorare da casa almeno una volta a settimana, cerco lavoro da freelance e provo a capire come conquistare il mondo, nel tempo libero.

 Pare che per raggiungere la libertà bisogni lavorare il doppio!

 Vi terrò aggiornate!